Chi c’è al Modena Golf & Country Club?

Chi c’è al Modena Golf & Country Club? Finisco le mie 18 buche, entro in club house e trovo Jacopo Vecchi Fossa, giocatore professionista del MENA Tour, che ha appena terminato il suo allenamento. Gli chiedo di dedicarmi qualche minuto e ci sediamo per fare una chiacchierata.

Il suo portamento è rilassato, e mostra una grande serenità e disponibilità. Iniziamo a parlare di golf, di allenamenti e di performance. Gli occhi mostrano un livello di attenzione e di curiosità tipico di chi si sente coinvolto nel discorso. Il golf per lui è diventato un lavoro, e lo vive con passione e divertimento. 

Per Jacopo la parte più importante del suo allenamento oggi è sperimentare; per questo dedica un po’ di tempo alla pratica, poi subito in campo, per giocare e scoprire sempre qualcosa di nuovo. Sembra quasi che parli di Inner Game®: l’apprendimento e il divertimento sono alla base della sua performance. 

Parlando di aspetto mentale, in questo momento non sente necessità di allenarsi, anche se ne comprende l’importanza. Non pratica la meditazione e non legge libri di crescita personale. Si ispira invece alle biografie dei grandi campioni, come Agassi, o altri atleti che hanno raggiunto livelli di performance assoluti. Imparare dai più grandi, è uno dei metodi più veloci per crescere e migliorarsi.

Ricerca nella figura del padre, giocatore di tennis e tri-atleta, che ha partecipato a circa 20 Ironman, gli spunti per creare la sua forza mentale. 

L’obiettivo a lungo termine è sicuramente giocare sul DP Word. Poi osa.

“E perché no, anche in America”.

Leggo un timore reverenziale nel parlare di PGA Tour, quello tipico di chi ha ricevuto un’educazione improntata al rispetto.

Quest’anno per avvicinarsi al massimo Tour Europeo sa di dover vincere una gara o fare tante top 5.

Il body language comunica grande consapevolezza e sicurezza nelle proprie capacità. Non ci sono tensioni nemmeno nel tono di voce, che resta sempre pacato e disteso. La chiarezza di intenti è una costante del suo modo di affrontare ogni argomento. Sa esattamente ciò che vuole ottenere ed è consapevole dello sforzo necessario per arrivarci. 

Sul tee di partenza non ha pensieri particolari, anche se l’idea di fondo è quella di partire bene. Tendenzialmente, mi dice, “se non parto bene rischio di continuare a perdere colpi” (beh, forse però qualche allenamento insieme lo potremmo fare Jacopo, che ne dici?).

Parliamo di stato di flow, ed immediatamente gli vengono in mente due giornate di gara, al Cairo, nel MENA Tour, dove sullo stesso campo, ha girato con una differenza di ben 14 colpi.

Nel secondo torneo, in prima giornata, ha giocato 7 colpi sotto al par, mentre nel torneo precedente aveva chiuso il giro in +7; parlandone adesso, a posteriori, sviluppa la consapevolezza che a farlo entrare in stato di flow sia stato il rumore della palla all’impatto con la faccia del bastone. 

Un consiglio che darebbe ai giovani che oggi vogliono fare del golf il loro lavoro, spinti dalla sua stessa passione, è di non mollare mai. 

Nella vita ci sono momenti buoni e momenti meno buoni, e Jacopo lo sa bene. Quello che conta è imparare e migliorarsi, superando le difficoltà che si presentano di volta in volta, con grande pazienza e perseveranza, imparando a rinnovarsi e reinventarsi per diventare ogni giorno la versione migliore di se stessi.

#beyourbestself


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