PGA Tour e PIF, i tempi si allungano

PGA Tour e PIF, i tempi si allungano

Era prevedibile.

Quando il PGA Tour, il Fondo Sovrano saudita ed il DP World Tour hanno annunciato la sottoscrizione dell’accordo quadro per la nascita di una nuova entità destinata a gestire il futuro del golf professionistico, i tempi ipotizzati per la definizione dei dettagli sono apparsi assai risicati.

E mi sento di dire che i firmatari stessi dell’accordo ne erano coscienti, tanto é vero che sia il PGA Tour che il DP World Tour hanno pubblicato i loro calendari per la prossima stagione.

Per non parlare della LIV Golf, emanazione del PIF,  che, nonostante le campane a morto che la danno come prossima alla fine della sua breve storia, continua nella sua attività di sviluppo e programmazione.

La conferma di questo status quo é arrivata da Bloomberg.

Secondo il colosso delle agenzie stampa mondiali, la deadline fissata per il 31 Dicembre 2023 é destinata a scivolare in avanti a causa di una serie di questioni che devono essere risolte prima di poter passare alla fase operativa.

Il principale ostacolo é rappresentato dalle attività di controllo e monitoraggio preventivo che sono state messe in atto dal governo degli Stati Uniti.

Stiamo tuttora seguendo l’indagine avviata a suo tempo dalla Sub-Commissione Permanente di Inchiesta del Senato, che non sembre essere vicina alla sua conclusione.

Abbiamo anche accennato alla verifica preventiva da parte della Commissione Finanze innescata dall’annuncio della nascita di una nuova entità profit destinata a controllare il golf professionistico.

Ma il rapporto Bloomberg introduce un’altra questione che frena il rispetto dei tempi programmati, che fino ad ora era rimasta sotto traccia.

I giocatori del PGA Tour sono parte attiva del negoziato.

Un paio di mesi fa, Jay Monahan aveva accennato al coinvolgimento nel processo di integrazione della banca di investimenti Raine Group.

Ora il ruolo della merchant bank é finalmente chiaro: fornisce consulenza ai guocatori del Tour che stanno valutando come tutelarsi nell’ambito della nuova entità che controllerà anche i loro destini.

La strada che sarebbe stata individuata é quella della attribuzione di partecipazioni nella NewCo ai giocatori stessi (o, più probabilmente, ad alcune figure “di peso”, come Woods e McIlroy).

Bloomberg precisa che ciò non ha nulla a che fare con le compensazioni ipotizzate per i giocatori del PGA Tour che, a suo tempo, rifiutarono le offerte della LIV Golf.

Si tratterebbe di una misura di salvaguardia.

Ma io vi leggo anche una mozione di sfiducia nei confronti del Commissioner, Jay Monahan, che, per lo più, ha perso il sostegno dei giocatori stessi.

Insomma, la strada é ancora lunga.

Restate sintonizzati.


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