L’accordo tra PGA Tour, PIF e DP World Tour sempre più in alto mare

L’accordo tra PGA Tour, PIF e DP World Tour sempre più in alto mare

Manca pochissimo al primo anniversario dello “storico” accordo quadro tra PGA Tour, PIF e DP World Tour ma, purtroppo, mancano le motivazioni per festeggiarlo.

In verità, mancano proprio degli sviluppi concreti in un ottica unitaria dell’accordo stesso.

In questo ultimo anno le parti hanno puibblicato svariati comunicati che parlavano di trattative in corso, di rinvii necessari per valutare le svariate sfaccettature dell’accordo.

In pratica, il PGA Tour e la LIV Golf, braccio operativo del PIF, hanno proceduto all’apertura delle loro stagioni, in pieno svolgimento, ed alle programmazioni operative ed economico-finanziarie senza una sincera visione unitaria.

E, con il passare del tempo, i segnali sono sempre più negativi.

Alla vigilia del PGA Championship, vinto con una superba prestazione coast-to-coast (rubo una espressione tipica del basket, NDR) da Xander Schauffele. il PGA Tour Board of Directors ha perso un pezzo da novanta.

Jimmy Dunne, figura di primissimo piano nella trattativa con il Fondo Sovrano saudita, ha rassegnato le sue dimissioni con effetto immediato.

Come riportato da Sports Illustrated, nella lettera indirizzata al Board, Dunne parla di “assenza di progressi significativi” nella trattativa per unire il mondo del golf professionistico.

C’é un passaggio della lettera che trovo particolarmente significativo:

“Dato che ora i giocatori hanno superato come numero i membri indipendenti nel Board…, io credo che il mio voto ed il mio ruolo siano diventati totalmente superflui”.

Con l’abbandono di Dunne, che é il secondo membro indipendente storico del Board ad abbandonare, dire che la situazione si trova in alto mare é eufemistico.

Se poi ci aggiungiamo il tira e molla, finito in nulla, inscenato per cercare di far rientrare nel Board Rory McIlroy che, con la benedizione degli sponsors (RBC in prima fila, NDR) avrebbe dovuto avere un ruolo primario per cercare di sbloccare la trattativa, lo scenario si aggrava,

In tutto questo svetta l’assenza totale sulla scena del DP World Tour (qualcuno ha visto o sentito Guy Kinnings?).

E, giusto per placare gli animi, Seth Vaugh, CEO della PGA of America, a margine del secondo Major dell’anno, ha ribadito la sua netta disapprovazione nei confronti della creatura di Greg Norman e Yasir Al-Rumayyan:

“Il PIF potrà sostenerla (la LIV Golf, NDR) finché vuole”

“Ma  non importa quanti soldi hanno, perché ad un certo punto bruciarli non porta nulla di buono”

“Non mi sembra che stiano ottenendo un granché”.


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