Arnold Palmer Invitational: solo i più forti sopravvivono

Arnold Palmer Invitational: solo i più forti sopravvivono.

L’Arnold Palmer Invitational è uno degli appuntamenti più attesi del PGA Tour, non solo per la storia che lo accompagna, ma anche per la difficoltà del suo campo. Il Bay Hill Club & Lodge è un percorso che non perdona: rough folti, ostacoli d’acqua posizionati in punti chiave, green rapidissimi in Bermuda Grass e un vento spesso imprevedibile. Solo i giocatori più completi, capaci di combinare precisione dal tee, abilità nei colpi d’approccio e sangue freddo sul putting green, possono ambire alla vittoria.

Come sempre il field è di altissimo livello, con tanti big pronti a sfidarsi su un percorso che nelle ultime stagioni ha premiato giocatori aggressivi ma strategici, capaci di gestire sia la potenza che la precisione nei momenti chiave.

Il percorso di Bay Hill: numeri e insidie

Bay Hill è un Par 72 di 7.381 yard, uno dei percorsi più lunghi del PGA Tour, ma la sua vera difficoltà non sta solo nella distanza. Nel 2024, la media dei fairway centrati dai giocatori è stata appena del 58,9%, con molti tee shot che hanno trovato il rough, rendendo complicato il secondo colpo. Inoltre, la percentuale di Greens in Regulation (GIR) è stata solo del 59,3%, dimostrazione di quanto sia difficile attaccare i green anche da una buona posizione.

Il torneo si giocherà di sicuro intorno ai green. Infatti lo Strokes Gained: Approach per i vincitori degli ultimi cinque anni è di +1,35 colpi guadagnati per round, il che dimostra quanto sia fondamentale saper recuperare. Per chi vuole vincere, servono mani d’oro.

I favoriti: chi ha le carte in regola per trionfare?

Scottie Scheffler arriva al Bay Hill da numero 1 del mondo, con un gioco che sembra perfetto per dominare su questo percorso. Nel 2024 ha vinto il torneo chiudendo a -14, grazie a una performance straordinaria nei colpi d’approccio (Greens in Regulation al 73%) e nel controllo delle distanze (Strokes Gained: Approach di +2,1 per round), numeri che lo rendono il principale candidato alla vittoria. L’unico punto debole? Come sempre il putt. Scheffler è sceso sotto la media del tour nei Putt per Green in Regulation, e se non migliora questa statistica, il torneo potrebbe sfuggirgli di mano.

Rory McIlroy è uno dei giocatori più imprevedibili del field. A Bay Hill ha già vinto nel 2018, ma nelle ultime edizioni è stato altalenante: ha chiuso nei primi 10 in cinque delle ultime sei edizioni, ma senza mai riuscire a imporsi di nuovo. Il suo punto di forza resta il Drive, con una distanza media di 320 yard e uno Strokes Gained: Off-the-Tee di +1,1 per round. Se riuscirà a migliorare la precisione sui secondi colpi (GIR nel 2024 al 65%), sarà un pericolo per tutti.

Se c’è un giocatore che merita attenzione, è Xander Schauffele. Il suo gioco completo lo rende ideale per Bay Hill: è nella top 5 del PGA Tour per Strokes Gained: Total, con una combinazione perfetta tra tee shot, approcci e putt. L’anno scorso ha chiuso terzo, con una media di 1,8 colpi guadagnati per round nei colpi d’approccio. A differenza di altri top player, Schauffele non ha bisogno di rischiare troppo dal tee, perché compensa con un ferro chirurgico. Potrebbe essere la settimana giusta per tornare alla vittoria.

Gli outsider: chi può sorprendere?

Se il vento si alzerà, Shane Lowry potrebbe essere una minaccia per tutti. L’irlandese ha una grande capacità di adattarsi alle condizioni difficili ed è uno dei migliori nel “scrambling”, con una percentuale di successo del 65% nei colpi di recupero attorno ai green. L’anno scorso ha chiuso terzo, dimostrando di sapersi adattare benissimo a Bay Hill. Con un paio di buone giornate sul putt, potrebbe lottare per la vittoria.

Nonostante non sia tra i primissimi favoriti, Sam Burns è uno di quei giocatori da tenere d’occhio. Ha un putt straordinario (1,68 putt per GIR, tra i migliori del tour) e una buona capacità di trovare i fairway (62%). Il suo problema è la costanza, ma se riesce a mettere insieme quattro giri solidi, potrebbe essere la sorpresa della settimana.

Il canadese Nick Taylor ha iniziato il 2025 in modo eccezionale, vincendo il Sony Open alle Hawaii e ottenendo un nono posto al Genesis Invitational. Attualmente è quarto nel ranking per Strokes Gained: Approach e quindicesimo in Strokes Gained: Total. La sua recente forma e un dodicesimo posto al Bay Hill nel 2024 lo rendono un outsider interessante.

L’Arnold Palmer Invitational non è solo un torneo, è una prova di carattere

Bay Hill non fa sconti, non regala nulla: ogni colpo è una sfida, ogni buca un test di resistenza mentale. Qui non basta la potenza, serve visione di gioco, lucidità nei momenti critici e la capacità di affrontare la pressione.

Arnold Palmer diceva: “Il golf è ingannevolmente semplice e infinitamente complicato; soddisfa l’anima e frustra l’intelletto. È allo stesso tempo gratificante e snervante ed è, senza alcun dubbio, il più grande gioco che l’umanità abbia mai inventato”. Questa settimana scopriremo chi saprà domare questa meravigliosa follia chiamata golf.


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