Quando si discute dei benefici relativi al gioco del golf, per lo più ci si sofferma sulla gradevolezza delle passeggiate nel verde, sulla possibilità di staccare la testa per qualche ora dai moderni ritmi infernali, sull’aria buona che si respira e, infine, sugli effetti eccezionali che in generale il “pacchetto golf” ha sulle persone affette da problemi cardiaci.
In definitiva, studi svedesi di ultimissima generazione hanno dimostrato che chi gioca a golf –bene o male poco importa, fortunatamente- potrà godere in media di cinque anni di vita in più rispetto a chi invece non swinga.
Niente male, insomma. Per non parlare poi della leggenda che circola circa l’assicurazione sanitaria statunitense che sarebbe meno cara se stipulata da un golfista assiduo.
Tralasciando per qualche minuto le ricerche scientifiche e le leggende metropolitane, stavolta mi piacerebbe però soffermarmi su un aspetto benefico che il golf ha su di noi del quale però poco o niente si dibatte. Dunque… Avete mai sentito parlare di disciplina mentale?
Ora: per disciplina mentale s’intende la capacità di una persona di pensare e/o di ragionare sulle cose esclusivamente a tempo debito. E, attenzione, non si tratta di una qualità facile, facile da possedere: per dire, si racconta che solo l’uomo saggio sa meditare sui propri crucci solo quando sa che è di qualche utilità farlo, altrimenti il saggio pensa ad altre cose. Chessò, magari riflette persino sul Grande Fratello Vip e chissenefrega della mega bolletta della luce appena arrivata e da saldare entro 28 giorni: il saggio ci penserà al 27simo day, se prima ha altro di più importante da sistemare.
Ora, non so se ve ne siete mai accorti, ma il golf proprio questo insegna: la disciplina mentale.
La capacità di restare sempre nel tempo presente e di affrontare un colpo alla volta, senza mai lasciarsi influenzare dal gancio appena sparato out of bounds o dalla matematica dei probabili puntarelli futuri, è la qualità fondamentale da avere per produrre un buono score a qualsiasi livello si giochi, e, guarda un po’, altro non è se non pura disciplina mentale.
Dicono anche che il rendimento di una persona aumenti a dismisura quando la sua mente è allenata all’ordine, ovvero quando sa come pensare adeguatamente a una cosa al momento giusto, anziché inadeguatamente in qualsiasi momento.
Ne consegue che in teoria, se adottasse lo stile di pensiero adatto al campo anche nella vita di tutti i giorni, il golfista potrebbe evitarsi una grande dose di quella fatica mentale di cui il mondo là fuori soffre a vagonate.
E invece…. Invece no. Né in green, né fuori dal campo ci riusciamo: l’ansia ci divora. Perché? Perché non siamo saggi, ovvio. Altrimenti perché continuare a praticare uno sport in cui incontriamo così tante difficoltà?