Allena le onde alpha e vai in buca!
Hai mai sentito parlare di onde alpha o neurofeedback?
Se vuoi tuffarti nel fantastico mondo delle neuroscienze applicate allo sport, sei nel posto giusto!
Come mai dovremmo parlare di psicofisiologia e neuroscienze in ambito golfistico?
Ecco la risposta.
Diverse evidenze scientifiche sostengono che per ottenere alti livelli di prestazione è fondamentale raggiungere anche uno stato di esperienza psicofisiologica ottimale.
Hai mai sentito qualcuno dire:
“Ho raggiunto lo stato di flow”
“Ero nella mia zona ottimale”
Quando un atleta è nello stato di flow o “in the zone” esprime un controllo su ciò che sta facendo; le stimolazioni e le inibizioni dei processi nervosi sono in concordanza con le necessità del momento.
Ma la cosa più interessante, è che i golfisti possono allenarsi ad entrare nella propria zona ottimale con il Neurofeedback.
Che relazione esiste tra Neurofeedback e Golf?
Il Neurofeedback (o EEG-Biofeedback) è una tecnica non invasiva che utilizza l’elettroencefalografia per misurare le onde cerebrali e sfrutta la plasticità cerebrale, cioè la capacità del cervello di riplasmare continuamente le sue reti neurali.
E’ possibile allenare le onde cerebrali?
La risposta è sì!
Il Neurofeedback è un vero e proprio training neurocognitivo intensivo mediante il quale la persona, grazie al feedback immediato fornito dalla strumentazione utilizzata, impara a controllare/modificare volontariamente la propria attività elettrica cerebrale.
Molti atleti agonisti e professionisti lo utilizzano in quanto aiuta a raggiungere non solo una performance cognitiva ottimale, bensì anche una maggiore regolazione emotiva.
Allena le onde alpha e vai in buca!
Le onde alfa sono onde cerebrali con oscillazioni che vanno da 8 a 13 Hz (cicli al secondo) un’ampiezza media sui 40–50 microVolt e viene registrato ad occhi chiusi in un soggetto sveglio ma completamente rilassato.
Si generano durante lo stato di veglia rilassata e possono variare in situazioni come la preparazione e poi l’esecuzione di un movimento volontario.
E’ stato ampiamente osservato che gli atleti raggiungono le migliori performance quando il ritmo cerebrale si trova in “alpha”.
Alcuni studi hanno rilevato una particolare modulazione del ritmo alpha nel periodo preparatorio di visualizzazione del putt nei giocatori che imbucavano più frequentemente (Toms, 2018; Babiloni et al., 2018; Kao, Huang, & Hung, 2013 Crews & Landers, 1993), altri nel momento in cui l’atleta stacca il putt prima del colpo.
Vi sono aspetti da non dimenticare durante i training di neurofeedback, uno tra tutti è quello che ogni golfista è differente e pertanto non potranno esistere range standard e generali da raggiungere (Arns et al., 2018; Hammond, 2017)
Cosa ne dici alleniamo le onde alpha per andare in buca?
#golfpsychology