Ansia da prestazione? Riconoscerla per Gestirla

Hai mai provato un nodo alla gola prima di una gara importante?

Il cuore che batte a mille, le gambe che tremano e la mente annebbiata?

Ti capita di sentirti bloccato dalla paura di fallire?

Se la risposta è sì, non sei solo.

L’ansia da prestazione può diventare il nemico invisibile che affligge atleti di ogni livello, ostacolando il loro potenziale, la loro performance e privandoli della gioia di competere.

In questo articolo ti fornirò informazioni e strategie per districarti da questa situazione.

Ansia da Prestazione: Riconoscila

L’ansia da prestazione consiste nella preoccupazione eccessiva e sproporzionata verso una situazione futura, in cui è richiesta una certa performance. 

Un’ atleta che soffre di ansia da prestazione tende ad agire in previsione di un possibile pericolo, avviando una difesa pre-incontro.

Ci sono chiari segnali che ci aiutano a capire di essere travolti da questa atmosfera emotiva. 

L’ansia da prestazione si manifesta tipicamente con sintomi somatici e cognitivi che variano a seconda dell’individuo (Correia et al., 2019), della situazione e della disciplina atletica (Niering et al, 2023). 

La risposta somatica comprende per es. un aumento della frequenza cardiaca, tremori, difficoltà respiratorie e sudorazione eccessiva. 

I sintomi cognitivi sono caratterizzati da una maggiore preoccupazione correlata ai risultati, da pensieri eccessivi e deficit attentivi  (Small et al., 2007). 

Ma l’ansia è davvero sempre un nemico?

In un precedente articolo ti ho raccontato che cosa sono le emozioni, affermando che non esistono emozioni positive o negative, in quanto le emozioni sono tutte utili (qui trovi il link dell’articolo).

Tuttavia…

Un emozione, come l’ansia,  a mio avviso può divenire disfunzionale, quando risulta inadeguata al contesto in cui viene esperita o messa in atto. 

In altre parole, quanto supera un livello di intensità e di attivazione neuro-psico-fisiologica oltrepassando il proprio range ottimale.

L’ attivazione neuro-psico-fisiologica (arousal) si configura come una complessa risposta che l’organismo mette in atto a seguito delle richieste di una specifica situazione competitiva, coinvolgendo l’attivazione di molteplici sistemi, tra cui: il sistema nervoso centrale, il sistema cardiovascolare, il sistema endocrino e il sistema muscolare. 

L’intensità dell’arousal può variare su un continuum, da un livello di bassa attivazione (sonno) ad un livello di elevata attivazione (eccitazione intensa).

Esiste una zona di attivazione definita “ottimale” che permette all’atleta di esprimere il proprio massimo potenziale. 

In questa condizione, l’organismo è in uno stato di allerta e prontezza, con una focalizzazione attentiva e una risposta efficace agli stimoli.

Soluzione? Non Odiare l’Ansia!

Per un’atleta è  importante mantenere un giusto livello di ansia perché gli permette di sviluppare tutte le risorse disponibili per ottimizzare la sua prestazione.

Ecco perché non dovremmo temere l’ansia quando è “buona”, ma abbracciarla come una guida preziosa verso il successo. Ci avverte, ci mobilita, ci spinge verso la nostra migliore performance.

Un consiglio?

Per gestire l’ansia e mantenerla nel tuo livello ottimale devi allenare prima di tutto due aspetti: 

1)La capacità di riconoscere quando e come si verifica. Chiediti è veramente ansia quella che sto provando? Talvolta utilizziamo questo termine in modo sbagliato e questo ci porta fuori strada.

2) La respirazione. Usa la respirazione come strumento per riportare la tua attivazione fisiologica a livelli adeguati. Quando la tua mente inevitabilmente vaga, attira pazientemente la tua attenzione sul tuo respiro. Non è facile ma è il modo migliore per riconnettere corpo e mente.

 

Cosa dici, sei pronto ad allenarti a riconoscere e gestire la tua ansia?

 

#samanthabernardi

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