Saper far fare: i metodi di insegnamento migliori per un apprendimento di successo!

Saper far fare: i metodi di insegnamento migliori per un apprendimento di successo!

Sei un allenatore e vuoi aiutare i tuoi atleti ad imparare o perfezionare gesti tecnici? 

In questo articolo ti fornirò qualche consiglio per farlo in modo proficuo!

L’apprendimento motorio è un processo complesso che coinvolge diversi fattori, sia fisici che cognitivi, e pertanto ritengo sia necessario scegliere le strategie di insegnamento più adeguate per ogni tipologia di atleti.

Attraverso le scoperte neuroscientifiche e psicologiche, scoprirai quali sono i metodi    ritenuti attualmente più efficaci.

Prima di farlo è giusto chiedersi:

 

Cosa significa apprendimento motorio?

L’apprendimento motorio è definito come un insieme di processi volti all’acquisizione di nuove abilità attraverso la pratica e l’esperienza, che determinano un cambiamento relativamente permanente nella prestazione o nelle potenzialità di comportamento (Schmidt, Lee 2014).

Acquisire un’abilità motoria, equivale ad eseguire una sequenza di movimenti in modo veloce, fluido e con poco sforzo.

Per raggiungere questo traguardo, è necessario superare differenti fasi che conducono alla creazione di un nuovo schema motorio. 

Tale formazione è spesso favorita dal riconoscimento di similitudini con abilità già presenti nel proprio repertorio motorio.

A questo punto è lecito chiedersi, quali siano i metodi di insegnamento che un allenatore/maestro può adottare per guidare i propri atleti nella loro crescita tecnica.

Scopriamoli insieme!

 

 

1. Metodo Osservativo-Imitativo (OIM)

L’apprendimento di azioni per osservazione è un processo cognitivo di acquisizione di nuove informazioni e/o il perfezionamento delle stesse. 

L’osservazione può accelerare significativamente il processo di apprendimento, ridurre la quantità di tentativi ed errori necessari per raggiungere l’obiettivo del movimento e fornire un esempio corretto di un’esecuzione di successo (Karlinsky et al., 2017).  

Perché questo accade?

L’osservazione di un’azione determina l’attivazione del sistema specchio. Secondo le teorie della simulazione, la simulazione motoria corticale è fondamentale per imitare le azioni degli altri (Gallese & Goldman, 1998; Tomasello et al., 2005). 

Infatti, grazie ai meccanismi dei neuroni specchio la persona è in grado di attivare rappresentazioni motorie nelle regioni corticali parietali e premotorie mentre un osserva l’esecuzione di un atto motorio.

 

2. Metodo Descrittivo (verbale) – Direttivo (DDM)

In questo metodo l’allenatore o insegnante fornisce istruzioni verbali sull’esecuzione del movimento.

 

3. Metodo Combinato (CM)

L’insegnamento combinato prevede l’utilizzo della combinazione di insegnamento osservativo-imitativo e descrittivo-direttivo.

 

 

Quale metodo scegliere? 

Per rispondere a questa domanda, ti presento i risultati di un progetto di ricerca (Link) molto interessante, sviluppato da un gruppo di colleghi dell’Università di Parma e dell’alleanza educativa Giocampus.

Lo scopo dello studio è stato quello di indagare l‘efficacia di due diversi metodi di istruzione osservativo-direttivo (OIM) e descrittivo direttivo (DDM) sulle prestazioni di una nuova sequenza motoria da parte di bambini di 8-9 anni. 

Ai bambini è stato chiesto di eseguire quattro sequenze motorie sportive mai eseguite prima (es. azione di calcio, lancio del Vortex).  

Possiamo riassumere i risultati in tre punti:

1. Gli allenatori dovrebbero dare priorità alla dimostrazione degli esercizi quando l’azione sportiva viene eseguita per la prima volta e non appartiene al repertorio motorio di un bambino.  

 

2. Al contrario, se il bambino ha una conoscenza preliminare del movimento da eseguire, l’istruzione verbale potrebbe aiutare i bambini a focalizzare la loro attenzione su specifici schemi motori.

 

3. In assenza di una conoscenza preliminare del gesto atletico, l’istruzione verbale può essere un metodo formativo altrettanto valido dell’osservazione, ma solo se l’azione viene ripetuta numerose volte.

 

Questa ricerca potrebbe essere il punto di partenza per aprire un campo di indagini future anche nella didattica golfistica per bambini e adulti, principianti e professionisti.

Cosa ne pensi del “Saper far fare”?

 

#golfpsychology

www.golfpsychology.it


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