Il PGA Tour dice sì al Saudi International

Il PGA Tour dice sì al Saudi International.

Dopo due mesi di voci contrastanti, il PGA Tour ha messo fine alla querelle legata al Saudi International.

Come abbiamo riportato, alla fine di Ottobre otto giocatori membri del PGA Tour hanno richiesto una deroga per poter partecipare al torneo che si terrà a Jeddah dal 3 al 6 Febbraio.

Questa richiesta ha innescato una serie di reazioni, dentro e fuori al PGA Tour, legate alla contrapposizione tra il Tour americano e la Saudi Golf League, che ha fatto degli eventi dell’Asian Tour, come il Saudi International, il fulcro del suo programma.

Ebbene, nella giornata di Lunedì, il PGA Tour, tramite una nota diffusa tra i suoi membri, ha illustrato i termini della propria decisione di concedere le deroghe richieste a 30 giocatori.

Per comprendere bene i termini della questione, bisogna ricordare che, in perfetta concomitanza con il torneo saudita si terrà l’AT & T Pebble Beach Pro-Am, uno degli eventi più popolari e più presidiato da sponsors della stagione del PGA Tour.

Alla luce delle deroghe concesse, questo significa che in California mancheranno nel tabellone i nomi di molti top players.

Non voglio entrare nel merito dei  termini del regolamento del PGA Tour in merito al rilascio di tali autorizzazioni.

Quello che risulta evidente, é come il Board del Tour abbia scelto di tenere una linea morbida per evitare contrasti con le sue stelle.

Considerate che tra i richiedenti la deroga troviamo Dustin Johnson, Phil Mickelson e Xander Schauffele, tanto per fare dei nomi.

Tuttavia, tali deroghe sono soggette a delle condizioni.

Quelli tra i giocatori autorizzati che hanno partecipato alla Pro-Am negli ultimi cinque anni, si impegnano a partecipare al torneo di Pebble Beach almeno una volta tra il 2023 ed il 2024.

Coloro che invece non vi hanno mai preso parte, dovranno invece presentarsi sul tee di partenza del percorso californiano almeno due volte tra il 2023 ed il 2025.

Personalmente lo vedo come un tentativo del PGA Tour di non voler apparire troppo accondiscendente nei confronti dei giocatori, anche se non mi sembra che si parli di condizioni capestro.

Da qui al 2023 credo che la situazione si modificherà ancora, il mondo del golf professionistico é solo all’inizio di un’era di cambiamenti.


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