Ho saputo poco fa della scomparsa improvvisa di Emma Allerton, scorrendo distrattamente le notizie sul mio smartphone. Mi è venuta subito in mente una canzone dei Beatles, A Day in the Life, ‘I read the news today, oh boy…’ canta John Lennon, raccontando di quando seppe della morte di un amico leggendo il giornale.
(consiglio di lettura: se potete ascoltate in sottofondo ‘A Day in the Life’ dei Beatles)
Emma Allerton, aveva da poco compiuto 49 anni ed era Commercial Director del Ladies European Tour (LET). Aveva già collaborato per il LET e la Solheim Cup dal 1993 al 2009, poi era stata chiamata dalla CEO del Ladies European Tour, Alexandra Armas, lo scorso febbraio, dopo l’annuncio della partnership con LPGA.
Appassionata della Solheim Cup, aveva seguito anche l’ultima edizione a Toledo, Ohio, poi la sua salute ha iniziato a peggiorare dopo il suo ritorno dagli Stati Uniti. Lascia un vuoto profondo nel mondo del golf femminile.
Nel maggio scorso, in occasione del Ladies Italian Open a Margara, mi aveva contattato. Grazie al Presidente EDGA Tony Bennett e al Direttore del Torneo Davide Lantos, ho avuto il privilegio di partecipare alla ProAm che anticipa la competizione, nell’ambito di un progetto di promozione del golf tra le donne disabili. Pur non avendo il ‘phisique du rôle’ ed essendo il mio inglese alquanto maccheronico, ho accettato di partecipare alla realizzazione di un breve video pubblicato sui social del LET.
E’ in questa occasione che conosco Emma Allerton. Mi ringrazia per la disponibilità e il supporto, mi dice che posso chiamarla Ems e mi chiede se può chiamarmi Ale. Mi parla brevemente del suo ruolo in LET e vorrebbe coinvolgermi, addirittura, in altri progetti.
La ricordo così: un bel sorriso, la capacità di farti sentire a tuo agio, con la semplicità e schiettezza delle persone intelligenti. Ci salutiamo con la promessa di ritrovarci per fare due chiacchere, davanti ad un caffè o ad una tazza di tè, magari a margine di un torneo di golf femminile.
Ed invece no, nessun caffè, nessun tè. Resta solo nelle mie orecchie l’eco malinconico di John Lennon che continua a cantare ‘A Day in the Life’ … poi arriva il ‘Wake Up!’ di Paul McCartney, la vita continua, con le migliaia di holes in Blackburn, Lancashire.
