Lee Trevino ed il professionista della Cadillac Bianca. 

“Lee Trevino ed il professionista della Cadillac Bianca.” 

Sembra un titolo del compianto Camilleri, ma fa parte dei tanti incredibili momenti nella vita di Lee Trevino, uno dei più forti professionisti che il golf abbia conosciuto.

Prima di unirsi al tour professionistico, Lee Trevino si guadagnava da vivere giocando partite a soldi in tutto il Texas.

Per un certo periodo ha lavorato in un percorso pitch-and-putt sfidando tutti i frequentatori del posto utilizzando una bottiglia di Dr. Pepper  avvolta con del nastro adesivo al posto della palla. Raramente tirava più di 30 colpi!

All’inizio degli anni ’60, mentre Lee lavorava come assistente professionista all’Horizon Hills Golf Club, a El Paso, dove Martin Lettunich, un ricco produttore di cotone e appassionato golfista, gli organizzava le sfide.

Lee giocò uno di questi match contro Fred Hawkins, uno dei giocatori d’azzardo più forti negli anni ’50,  battendolo.

Nella più famosa di queste partite, Lettunich lo fece incontrare con Raymond Floyd, già allora noto giocatore del Tour. Appena Floyd si presentò all’entrata della clubhouse di Horizon Hills alla guida della sua Cadillac bianca, Trevino si precipitò a salutarlo e chiese educatamente se avesse potuto portare la sua sacca al pro-shop. 

Nicklaus sulla destra aiuta Raymond Floyd ad indossare la giacca verde vinta nel Masters del ’76

Floyd annuì alla richiesta e venne condotto negli spogliatoi dallo stesso Trevino che si occupò di aprire la sacca, prendere le scarpe e pulirle.

Floyd lo pagò, poi chiese: “con chi giocherò?”

“Con chi ha di fronte”, disse Trevino.

“Tu?”, esclamò Floyd, guardando dall’alto questo caddie dall’aspetto trasandato con pelle marrone noce, capelli neri carbone e denti bianchissimi, alto 1 metro e 68 per 82 chili. “Vuoi dire che scommettono su di te?”

Quando qualcuno chiese a Floyd se gli sarebbe piaciuto dare un’occhiata al campo, Raymond urlò: “Per carità, no! Sto giocando contro il ragazzo degli spogliatoi. Non ho bisogno di guardare nessun percorso.

Il match fu si svolse sulla distanza delle cinquantaquattro buche in tre giorni. Floyd, il primo giorno, chiuse  in 66 colpi contro i 65 di Trevino. Ne tirò ancora 66 il secondo giorno e Trevino terminò in 64. Il giorno dopo, con un eagle sull’ultima buca, riuscì a battere Trevino di un solo colpo. Mentre si allontanava, Floyd affacciandosi dal finestrino della sua auto disse : “ci vedremo più avanti; sul Tour è più facile di così..”.

Tornando sul Tour, disse ai giocatori: “Ragazzi, c’è un giovane ragazzo messicano di El Paso. Quando arriverà qui, dovrete fargli un pò di spazio.”

Trevino solleva la Claret Jug vinta nel 1971


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