Nicky Weeks: il golf è anche resistere

Vi ho già raccontato che, dopo tre anni, ho rivisto l’amica Nicky Weeks durante l’EDGA Algarve Open 2022. Nicky vive nella verde campagna del Surrey, è molto orgogliosa del suo piccolo orto e delle sue galline. Da circa 15 anni convive con la sclerosi multipla.

Racconta:” All’improvviso mi sono resa conto che qualcosa stava cambiando nel mio corpo. Avevo forti dolori al braccio destro, ma subito non ci ho dato molto peso, pensavo fosse causato dalla fatica. Poi, dopo pochi giorni, avevo tutta la parte destra insensibile: il viso, il braccio, la gamba. Non avevo idea di cosa mi stesse succedendo, pensai che forse poteva trattarsi di un ictus, così andai subito all’ospedale. Mi fecero alcuni accertamenti, tra cui una risonanza magnetica al cervello, che evidenziò un’anomalia.

Non mi resi subito conto della gravità della situazione, ricordo che dall’ospedale telefonai al mio capo dicendo che mi stavano scansionando il cervello, ma che sarei tornata al lavoro entro pochi giorni. Ero beatamente inconsapevole”.

Fu solo dopo il colloquio con il neurologo che Nicky ed il marito Chris si resero conto della gravità della situazione: si trattava di sclerosi multipla.

“Il dottore mi disse che potevo anche migliorare, ma che comunque non sarei più ritornata quella di prima. Mio marito ed io fummo letteralmente travolti da queste parole”.

Foto: profilo FB Nicky Weeks

Il ritorno a casa non fu facile: ogni mattina Nicky sperava di sentirsi meglio, ma invece no. I giorni scorrevano tutti nella stessa triste routine, camminare fino alla fine del giardino e ritornare a casa esausta.

“Mi ci vollero sei mesi prima di sentirmi un po’ meglio e riuscire a fare altre cose. Credo che il fatto di aver sempre svolto attività sportive mi abbia aiutato. Avere un buon tono muscolare, non essere in sovrappeso ha facilitato il lavoro svolto con il fisioterapista”.

“Se tu mi guardi ora, non diresti che ho la sclerosi multipla. È una caratteristica di questa patologia: ci sono molte forme, c’è chi è sulla sedia a rotelle e c’è chi non ha apparentemente alcun sintomo, come me.

Io devo gestire continuamente la fatica, lo stress, il carico cognitivo – ho vuoti di memoria – la terapia farmacologica. Devo sempre pianificare la mia giornata, distribuire al meglio i miei impegni. Cerco di tenere allenato anche il mio cervello, quando sono molto stanca non riesco a trovare le parole… a volte le invento, il che è molto divertente per i miei familiari. Devi abituarti a ridere di certe cose. Infine cerco di mangiare sano e fare sport, giocando a golf”.

Nicky – per questa sua disabilità ‘invisibile’ – non è in possesso del Medical Pass WR4GD, ma solo dell’Access Pass: significa che può partecipare alle competizioni Edga, ma senza entrare nel ranking mondiale dei giocatori con disabilità WR4GD.

Nicky giocava a golf anche prima della malattia, ma il suo impegno in questo sport si è intensificato dopo la malattia. Parla della sua prima partecipazione ad un torneo dell’Edga Tour: “Mi aspettavo di partecipare ad un grande evento, come effettivamente è stato, dall’accoglienza, al ricevimento, all’annuncio sul tee. Quello che mi ha sorpreso è stato il calore di tutti, il sentirsi parte di una comunità.

Ne sono rimasta davvero colpita, è la cosa più bella che mi porto dentro dopo ogni gara. Credo che tutti dovrebbero provare il golf, non c’è nulla da perdere e tutto da guadagnare: che sia una sfida, o che tu voglia incontrare persone, o semplicemente per prendere una boccata d’aria. Riesce a darti fiducia in te stesso, e poi migliora di molto la qualità della tua vita”.

Foto: Alessandra Donati e Nicky Weeks

Nicky correva a cavallo, era una fantina a livello amatoriale, attività che ha dovuto accantonare. E’ dalla sua esperienza con i cavalli che nasce questa riflessione: “Il cavallo ha un cervello tutto suo, si muove da solo, ma si suppone che tu ne abbia il controllo.

Proprio come la vita, che di per sé è una corsa in continua evoluzione, che crediamo di controllare, ma poi non sappiamo mai veramente cosa c’è dietro l’angolo. A volte dobbiamo seguire il flusso, trovare un modo per far fronte alle circostanze attuali, a volte devi semplicemente resistere. Ed il golf per me significa anche resistere”.


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