Ricordate “Groundhog day”?

Vi ricordate il film “Groundhog day”? (il giorno della marmotta)

Il titolo italiano di questo film del 1993 interpretato da Bill Murray (appassionato golfista oltre che attore) è “Ricomincio da capo”.

Vi aiuto con questo trailer

Ebbene, quando lunedì mattina ho aperto gli occhi, ho sperato per un attimo di essere il protagonista di quel film, con il titolo: “The Ryder Cup in Rome”…

Purtroppo non è stato possibile.

Anche se l’adrenalina e il cortisolo devono ancora tornare a livelli normali, dopo quella enorme quantità di continue emozioni che si sono succedute già dal martedì mattina, avrei piacere di “portarvi” proprio lì, con i miei scatti.

Non è un segreto che per godere al meglio di un torneo, le giornate di pratica sono le migliori.

I giocatori sono più rilassati, il pubblico è praticamente inesistente e nel caso della Ryder si riesce a capire quali possano essere le  migliori posizioni sul percorso per vedere più colpi e provare qualche inquadratura interessante.

Iniziamo.

La nostra base operativa era enorme. Completa. Anche delle radio per ascoltare i 12 canali audio che davano informazioni su ogni match.

Media Center ancora semi-vuoto

Poi subito la corsa verso il punto più iconico del percorso: il tee della 1

Ogni giorno scatenava le stesse emozioni. Impossibile abituarsi.

La vista del tee della 1 dalla balconata riservata ai giornalisti. 8 piani di scale fatti ogni mattina di corsa…

Ruotando di novanta gradi ancora stupore…

La tribuna della 18

Con la maggior parte dei match che sarebbero terminati prima della 18 era corretto non sovra-dimensionare la tribuna e lasciare più spazio al pubblico sul percorso.

L’indicatore di partenza

Una foto banale questa, ma è l’incipit della settimana più bella del mondo.

Prova campo Team Europa con sfida interna…

 

Trasferimenti lunghi fra una buca e l’altra.

 

Sepp, il “gigante buono”.
Monsieur Colsaert

Il segno di vittoria che mi ha fatto Nicolas Colsaerts (uno dei vice capitani) martedì è stato di buon auspicio. Ma è il segno di un giocatore che ha già vinto una Ryder (2012) e soprattutto una battaglia contro una malattia subdola. Vi lascio qui alla sua intervista per capirne di più e vi dò appuntamento alla prossima domenica.

 


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