Ryder 2012: “Il miracolo di Medinah”.

“Il miracolo di Medinah”.

Non vedevo l’ora di scriverlo questo articolo.

E’ stata sicuramente una delle esperienze professionali che mi ha segnato di più. Un crescendo di emozioni degno dei migliori thriller.

Diventò, non a caso, un case history aziendale senza paragoni.

Mi riferisco alla Ryder Cup 2012 e precisamente al 30 settembre dello stesso anno, quando il trofeo rimase nelle mani dell’Europa dopo una delle rimonte  più sorprendenti che lo sport avesse mai visto.

Fu chiamato il Miracolo di Medinah.

Medinah era il nome del Country Club a nord-ovest di Chicago con la clubhouse dai tratti bizantino – arabeggianti (kitsch da morire) che ospitò la 39ma sfida più bella del golf.

Un’edizione che rimane fresca nella memoria di chi la seguì in televisione.

Anche per me, che la commentai, terminando in piedi sulla sedia della cabina di commento in mezzo alle lacrime e agli abbracci con i colleghi.

Ripercorriamo insieme quei momenti meravigliosi:

Al termine della giornata di sabato eravamo (noi europei) indietro di 6 punti (10 a 4) prima delle vittorie in extremis di Garcia e Donald su Woods e Stricker e di McIlroy e Poulter su Dufner e Zach Johnson.

Dal 10 a 6 di sabato sera, la squadra di  Olazabal vinse otto dei singoli dell’ultima giornata ottenendo una sorprendente vittoria assoluta quando Francesco Molinari pareggiò con Tiger Woods nel 28mo e ultimo match.

“Sentivamo di avere una minima possibilità e abbiamo fatto la storia”, disse nell’occasione Ian Poulter, il pilastro europeo, imbattuto in tutti i suoi match a Chicago.

Una vittoria ottenuta con i colori del defunto Seve Ballesteros e con la sua immagine ricamata sulla maglia e sulla sacca dei protagonisti.

 L’Europa giocò con lo stesso spirito di Seve, quello di non arrendersi mai.

Seve sarà sempre presente“, ha detto Olazabal, che negli anni ’80 e ’90 ha perso solo due partite su 15 con Ballesteros come suo compagno  piangendo  la sua morte l’anno precedente.

E’ la prima volta che Seve non è qui con noi alla Ryder Cup. Ho ricordi meravigliosi del match con lui. Era un uomo molto speciale ed è estremamente  vicino al mio cuore”.

È stato un fattore importante per questo evento e ieri sera, durante un incontro, penso che i ragazzi abbiano capito che credere era la cosa più importante“.

I cinque birdie finali di Poulter per vincere l’ultima partita di Fourball del sabato avevano alimentato quella convinzione, ma vedere una squadra di casa così forte, buttare via il proprio vantaggio era oltre le aspettative della maggior parte delle persone.

I primi due giorni nulla è andato per il verso giusto“, disse Olazabal. “Abbiamo faticato sui green, ma questa mattina ho visto un piccolo cambiamento in tal senso. Abbiamo iniziato ad imbucare qualche putt, gli americani hanno appena iniziato sbagliarne qualcuno..”.

I primi cinque singoli andarono tutti a favore dell’Europa. Luke Donald vinse contro l’allora campione Masters Bubba Watson, Paul Lawrie stravinse su Brandt Snedeker e poi Rory McIlroy liquidò Keegan Bradley precedentemente imbattuto.

Il nord irlandese, fu  protagonista anche fuori dal percorso. 

La sveglia di Rory, messa sul fuso orario sbagliato, fece arrivare il numero uno del mondo di allora con un ritardo tale da dover essere scortato dalla polizia per arrivare appena in tempo sul tee della uno del Medinah!

Poi le vittorie di Poulter  e Rose su Webb Simpson e Phil Mickelson.

Le risposte di Dustin Johnson e Zach Johnson che riportarono gli Stati Uniti di nuovo davanti per 12 a 11.

Lee Westwood che strappò il match a  Matt Kuchar e Sergio Garcia 1 UP su Jim Furyk …

Ma l’Europa aveva bisogno di un punto in più.

Kaymer lo ottenne prima di ammettere che non poteva fare a meno di ripensare allo sfortunato putt di Langer 19 anni prima.

Ho pensato a lui, soprattutto quando ho girato intorno alla buca e ho letto il putt dall’altra parte“.

Ho pensato ‘okay, non succederà più, non succederà più’ e ad essere onesto non ho mai realmente pensato di mancare quel putt“.

“C’era solo una cosa da fare: imbucarlo.”

Martin Kaymer imbucò il putt che riportò il  trofeo in Europa.

Proprio lui che aveva saltato tre dei quattro match sentendosi in difficoltà con il suo gioco avrebbe garantito alla squadra il pareggio di cui aveva bisogno.

La Ryder di quest’anno sarà all’altezza di quella del 2012?

Non resta altro che andare a rendersene conto di persona. Qui tutte le indicazioni per farlo.

 

 

 


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