Terry Kirby: guardare sempre avanti

Terry Kirby ebbe la sua prima esperienza di golf quando l’amico d’infanzia John Potter gli confessò di avere iniziato a giocare a golf. All’epoca Terry stava giocando a rugby nella squadra dell’Hull FC. John disse a Terry che parecchi ragazzi stavano andando al campo da golf nel fine settimana e che aveva alcune mazze anche per lui. Terry raccolse l’invito.

“Sono andato al driving range e ho colpito solo alcune palle. Poi siamo andati in campo e lì mi si è accesa la lampadina.” Il giorno dopo Terry andò a comperarsi un set di bastoni.

Terry è nato e vive nello Yorkshire, è un ex militare dei Royal Engineers. Durante una missione nell’isola di Cipro ebbe un incidente in moto che gli causò la frattura di tutte e due le gambe. Fu rispedito in Inghilterra per le cure mediche.

Dopo questo incidente, Terry  aveva una gamba più corta dell’altra. Iniziò ad usare un rialzo nella sua scarpa e imparò presto a convivere con questa zoppia. Passarono 15 anni, quando Terry sentì che qualcosa non andava.  “C’erano parti del mio corpo che non riuscivo a sentire. Il che era davvero strano. Ne parlai con il medico che mi prescrisse una risonanza magnetica”.

Era venerdì quando Terry scoprì così di avere un tumore di 6 cm. all’interno del suo midollo spinale, da operare immediatamente. C’era una probabilità del 10% che non avrebbe più camminato.

L’operazione fu fissata il lunedì successivo. Quindi, con il fine settimana incombente, Terry volle organizzare un’uscita al golf con gli amici. “L’infermiere mi disse di non fare sforzi fisici o altro, perché “ora abbiamo scoperto che hai un tumore, non vogliamo che accada nulla.” Così telefonai al mio amico John, gli raccontai tutto, anche che mi avevano dato il 10% di possibilità che non potessi più camminare. John mi disse: Allora hai fatto bene a non comprare quelle scarpe da golf.

Seguirono 12 mesi di convalescenza e riabilitazione continua. In situazioni del genere la motivazione è essenziale, trovare qualcosa a cui aggrapparsi può fare la differenza, “Uno dei fisioterapisti mi chiese cosa mi sarebbe piaciuto tornare a fare … Risposi che volevo tornare a  giocare a golf.” Pochi giorni dopo il fisioterapista consegnò a Terry un volantino della Humberside Disabled Sports Association. “Lo lessi, c’era scritto che era possibile giocare a golf anche da seduti. Così mi sono detto, wow, voglio provare.”

Terry telefonò subito e fissò un appuntamento per una sessione di prova. Giocare da seduto era totalmente diverso, ma con l’aiuto della Handigolf Foundation e grazie al suo entusiasmo sconfinato, presto mandò la palla a 120 metri lungo il fairway.

Equipaggiato con uno scooter della Handigolf Foundation, Terry era pronto a giocare nel suo circolo di golf. Nessuno aveva mai visto giocare a golf in quel modo.  Terry ha dovuto spiegare che avrebbe dovuto usare lo scooter per tutto il percorso e che non avrebbe danneggiato i green o qualsiasi altra parte del campo. Il club fu presto al suo fianco, e la vista di Terry giocare sul suo scooter divenne abituale. Ma non tutti i campi lo hanno accolto allo stesso modo. A volte gli veniva richiesto di firmare liberatorie, altre volte veniva seguito da qualcuno dello staff per controllare che non rovinasse il percorso.

Per fortuna oggi in quasi tutti i club questo atteggiamento appartiene al passato. I golfisti con disabilità sono considerati semplicemente golfisti e basta. E’ così che dovrebbe essere.

“Ho fatto più cose nella mia vita da quando sono diventato disabile di quanto avessi mai sognato di fare. Non è la fine del mondo, non è la fine della tua vita. In molti modi, è l’inizio. È solo un nuovo capitolo. Penso che ci siano così tante opportunità ora di fare le cose, e non è la fine della vita, è l’inizio. Basta solo guardare avanti, guardare sempre avanti.”


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