Process e spot

Process e spot. Forse non hai mai sentito questi due termini legati a Rory. Leggi attentamente e scoprirai che cosa intendeva.

Il tuo allenatore ti avrà certamente detto, mentre ti cambiava ancora una volta lo swing, di avere fiducia perché questo è il processo per migliorarsi. I cambiamenti non avvengono in un momento, ci vuole tempo, impegno, perseveranza, ma soprattutto fiducia.

Allo stesso modo quando inizi ad allenare la tua mente, il cambiamento richiede perseveranza, pazienza, determinazione, e anche in questo caso fiducia. 

Si tratta di credere nel processo, nel percorso che hai intrapreso, senza affidarti a soluzioni facili tra un sito internet, un consiglio di un amico e qualche “guru” che promette risultati eccellenti in poco tempo. 

Una delle difficoltà più frequenti che ritrovo negli atleti con cui lavoro è legata alla incapacità di mettere attenzione in ciò che stanno facendo.

E questo capita più frequentemente nel golf rispetto ad altri sport. Il motivo è presto detto: tra un colpo e il successivo passano vari minuti, durante i quali non è richiesta concentrazione su nulla. Si cammina per avvicinarsi al colpo successivo, aspettando che gli altri giocatori del flight abbiano tirato il loro colpo, e la mente è libera di vagare.

Evidentemente se parliamo di basket o di tennis, il tempo per pensare e lasciare spaziare la mente è tendente allo zero. Ancora meno se consideriamo sport in cui il rischio di infortunio grave o mortale è altissimo; penso al motociclismo, allo sci da discesa, al rally o all’arrampicata.

Ti sarà capitato forse di praticare qualcuno di questi sport, anche non a livello professionistico, e di esserti accorto che l’attenzione era molto più elevata rispetto a quando giochi a golf. 

Questa differenza è dovuta in buona sostanza all’amigdala, la regione cerebrale più strettamente connessa alle emozioni.

La paura è uno stato emozionale che si attiva per motivare l’organismo a fronteggiare eventi che lo minacciano (Öhman, 2000). 

Senza entrare troppo nel dettaglio, nel momento in cui il tuo cervello percepisce un pericolo, esso entra in uno stato di allerta, le pupille si dilatano. Il respiro accelera, aumentano anche la frequenza cardiaca, la pressione e il flusso sanguigno. Viene mandato più glucosio ai muscoli, mentre organi non vitali, come il sistema gastrointestinale, vengono messi in uno stato di ridotta attività.

Nel golf, puoi ben capire che il più grande pericolo a cui puoi andare incontro è fare out alla 1, o finire in acqua alla 18. Come però ti sarà forse capitato di sperimentare, anche questi pensieri producono nella mente e nel corpo lo stesso tipo di reazioni sopra descritte, anche se magari con una differente intensità.

Tornando al processo, se stai lavorando sull’aspetto mentale, sicuramente il tuo coach ti ha parlato dell’importanza della respirazione e del self talk (ti lascio il link all’articolo).

Hai imparato la respirazione controllata, sapendo che nel momento in cui controlli il tuo respiro, stai controllando anche la tua mente.

Hai provato a farlo e la prima volta ha funzionato! Ma essendo una cosa completamente nuova, alla buca 3 te ne sei già dimenticato. 

Come puoi fare allora a portare avanti questo cambiamento? Ci sono molte alternative, e non è detto che quella che ti sto per dire per te funzioni.

Di certo funzionò per Rory quando vinse il British Open nel 2014. Parlando della sua vittoria, raccontò che durante il giro finale andò in campo pensando solo due parole:

process e spot

(spot era un riferimento al punto su cui voleva far rotolare la palla mentre puttava, quindi il processo legato al momento del putt).

Perdere la pazienza significa perdere la battaglia – Mahatma Gandhi

 


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