Vittoria dolce-amara per Erik
Si, è vero volevo ricominciare a scrivere una storia, ad esprimere una mia opinione, ma non pensavo che lo spunto arrivasse quasi “in diretta”.
Tutto comincia domenica pomeriggio quando ascolto l’intervista post-round di sabato del sudafricano Erik Van Rooyen prima della diretta.
Dopo alcune domande di rito arriva questa:
“Cosa significherebbe avere una grande settimana adesso, prima degli ultimi due tornei della FedEx Cup Fall season?”
Rimango bloccato sull’espressione del suo volto che si comprime per evitare il pianto e ascolto le sue parole:
“Significherebbe tutto. Ho un amico che è molto malato e voglio andare a trovarlo. Sai, sono 125mo nella FedEx (limite ultimo per mantenere la carta sul PgaTour n.d.a.) questa settimana. Voglio solo andare a casa e andare a trovarlo, quindi finire il lavoro domani e occuparmi di lui.”
L’amico si chiama Jon Trasamar. Più che un amico, un fratello. Sono stati compagni di stanza per 3 anni all’università del Minnesota. Lui è stato il suo testimone di nozze.
Anche Trasamar aveva scelto di dedicare la sua vita al golf, prima di essere colpito da un melanoma, che sembrava essere regredito ad Aprile.
“Quando mi chiamò ad Harbour Town durante l’Heritage, e mi mandò l’ecografia, sembrava che il cancro fosse stato debellato. Uno splendido momento per tutti noi.”
“Poco dopo la malattia è tornata”, aggiunge Van Rooyen “più aggressiva di prima. Martedì Jon ci ha mandato un messaggio dove scriveva che gli sarebbero rimaste dalle sei alle dieci settimane di vita”.
Quella sera le parole di Van Rooyen son rimaste nella mia mente. Anche il bogey al par 5 della 1 del sudafricano non promettevano nulla di buono, su un percorso che di buono aveva ben poco.
Firmato da Tiger Woods, ma assolutamente al di sotto delle aspettative, con fairway immancabili e green di stile diverso fra le prime e le seconde nove buche.
Fra le polemiche dei giocatori ed il numero di birdies quasi surreale sembrava divertire di più i clienti del resort piuttosto che i professionisti.
Ne approfittava Matt Kuchar trovatosi in testa nella giornata di sabato, con addirittura 6 colpi di vantaggio su Camilo Villegas.
Li avrebbe poi persi con un quadruplo bogey (8) alla 15 ed un bogey alla 16, lasciando riavvicinare Villegas e Van Rooyen.
Proprio quest’ultimo ha fatto giocando le seconde 9 buche in 28 ed un giro finale in 63, 9 colpi sotto il par compiva il miracolo.
Ventisette sotto il par con due colpi di vantaggio su Kuchar e Villegas per conquistare il secondo torneo sul PgaTour.
Immediatamente dopo l’eagle vincente della 18 queste sono state alcune delle parole del sudafricano:“Ero calmo perché ci sono cose più importanti del golf nella vita.
Se guardi sulla mia palla ho disegnata una nota e le iniziali JT, son per Jon Trasamar, il nostro migliore amico.
Ha un melanoma, non ce la farà.
Ogni colpo che ho tirato oggi era per lui.
Quando giochi per qualcosa che è più grande di uno stupido trofeo, metti tutto in prospettiva.
Che io abbia vinto qui o abbia perso realmente non ha importanza.
Quando qualcosa ti motiva come questo fatto, cosa importa se imbuchi o no un putt?”