Burnout sportivo, sintomi e prevenzione

Il burnout è una forma estrema e persistente di disillusione sportiva che può affliggere sia gli atleti che gli allenatori. Secondo Raedeke & Smith, 2001, che ne hanno dato la definizione,  comprende tre sintomi:

  • un ridotto senso di realizzazione
  • svalutazione o cinismo nei confronti dello sport
  • esaurimento fisico ed emotivo. 

Questi sintomi contribuiscono in modo significativo alla diminuzione del benessere fisico e psicologico. 

Credo che sia importante aumentare la consapevolezza del burnout per dare ad atleti, allenatori e coach sportivi la possibilità di prevenirlo.

Alcuni importanti studi effettuati sugli sportivi hanno evidenziato l’associazione tra burnout e prestazioni inferiori, oltre ad un benessere fisico e psicologico compromesso; tale condizione, se protratta nel tempo, può portare ad abbandonare lo sport (Gustafsson et al., 2017). 

Quali sono le cause di questo fenomeno che colpisce atleti di qualsiasi livello ed età e che può portare al drop-out?

Dagli studi effettuati è risultato che può derivare sia da processi legati allo stress che alla motivazione e che questi fattori possono riguardare tanto l’organizzazione e l’ambiente sportivo, che e il soggetto stesso.

Per quanto riguarda il primo aspetto, è stata osservata una stretta correlazione tra burnout e incongruenza percepita dall’atleta relativamente alla differenza tra le risorse desiderate e quelle fornite dall’organizzazione.

Si parla ad esempio di incongruenza percepita legata al carico di lavoro, al livello di controllo, alla gestione delle ricompense, all’equità e al valore riconosciuto ( Gustafsson et al., 2017; Pacewicz et al., 2019). 

Per quanto riguarda i fattori individuali, un’ampia serie di prove ha dimostrato l’importanza di alcuni aspetti della personalità ed elementi di autodeterminazione. E’ stato osservato, in particolare, che il perfezionismo portato all’eccesso, con costanti valutazioni eccessivamente critiche del proprio comportamento e delle proprie prestazioni, è strettamente correlato a situazioni di burnout (Hill & Curran, 2016). Ancora, gli ostacoli all’intrinseco bisogno di autonomia possono essere causa di burnout.

Come riconoscere quindi una situazione di difficoltà di un atleta che potrebbe evolversi in burnout, e soprattutto come evitare di arrivare a questo livello di stress?

Tra i campanelli d’allarme rientrano sicuramente una stanchezza eccessiva, che assomiglia molto all’apatia, il disinteresse per la performance, o un basso senso di realizzazione legato allo sport praticato.

Il primo passo è prendere consapevolezza di qualcosa che sta accadendo. Può essere di aiuto procedere ad una breve autovalutazione una volta ogni tre-sei mesi, sulla base dell’immagine qui sotto, come  proposto da Raedeke & Smith. 

L’obiettivo resta comunque quello di evitare di arrivare a questo punto.

Come?

Innanzitutto ricercando sempre l’interesse e il divertimento per lo sport che hai scelto di praticare, facendo in modo che ogni allenamento ti dia soddisfazione e aumenti in te l’autostima e il senso di benessere.

Puoi farlo stabilendo uno specifico obiettivo per ogni parte del gioco, sia esso golf, basket, tennis o altro, e fissandone uno intermedio per ogni sessione di pratica, così da ottenere un feedback del lavoro che stai facendo e dei miglioramenti perseguiti.

Puoi rivolgerti al tuo allenatore e chiedergli di rendere le sessioni di allenamento più coinvolgenti, o puoi chiedere l’intervento di un coach sia a livello individuale che di squadra per lavorare sulla tua percezione dell’ambiente sportivo. 

Resta fondamentale non ignorare i primi sintomi e consigliarti con le persone che fanno parte del tuo team, valutando insieme la possibilità di coinvolgere la figura professionalmente più adatta per ritrovare la gioia di praticare e gareggiare ad alto livello.

L’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate.
Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti.
E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni.
Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Non accontentatevi.
Steve Jobs

 

 


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