Distratto sul green? Niente paura, c’è il Quiet Eye!

La capacità di controllare l’attenzione e rimanere concentrati in condizioni di pressione o ansia elevata è un elemento chiave del successo atletico (Janelle, 2002).

Tuttavia, è lecito chiedersi:

“ Su cosa dovrebbero concentrarsi esattamente gli atleti per produrre le loro migliori performance?” 

Lo sviluppo di sistemi di eye tracking leggeri ed indossabili ha migliorato la comprensione e l’analisi della focalizzazione dell’atleta durante il gesto sportivo.

Un numero crescente di prove suggerisce che il modo in cui viene controllato lo sguardo è fondamentale per le abilità che richiedono una selezione precisa degli stimoli, un tempismo ottimale e la capacità di concentrarsi per lunghi periodi in condizioni di prestazione estreme (Vickers, 2011; Janelle et al., 2020; Williams & Jackson, 2019).

In questo contesto, il concetto di Quiet Eye (QE) ha acquisito negli ultimi anni un’importanza crescente, emergendo come un fattore chiave per la precisione e il controllo motorio in diverse discipline, tra cui il golf. 

È stato dimostrato che il QE è una componente chiave sia dell’abilità degli atleti esperti che della prestazione di successo

 

Conosci il Quiet Eye?

Il QE è stato presentato per la prima volta da Vickers (1996) che lo definisce come:

 

una fissazione o uno sguardo di tracciamento che si trova su una posizione specifica […] entro 3° dell’angolo visivo per un minimo di 100 ms. L’inizio del QE si verifica prima del movimento finale nel compito; l’offset del QE si verifica quando lo sguardo si sposta dalla posizione […]” (Vickers & Williams , 2007).

 

In altre parole, è un periodo di fissazione stabile sul target che avviene immediatamente prima dell’esecuzione di un movimento.

Questa fissazione è caratterizzata da una riduzione del movimento oculare e da un aumento dell’attenzione.

Cosa ne pensa la neurofisiologia del QE?

Diversi studi neurofisiologici hanno contribuito a chiarire i meccanismi alla base del QE. Si ipotizza che questa fase di fissazione stabile permetta al sistema nervoso centrale di:

    • Estrarre informazioni visive essenziali per il movimento.
    • Inibire le interferenze e le distrazioni.
    • Attivare i programmi motori necessari per l’esecuzione.

Nel golf, il QE è stato associato a una maggiore precisione nei colpi. Diversi studi hanno infatti osservato che i golfisti con un QE più lungo e stabile tendono a colpire la palla con maggiore accuratezza e costanza (Jones et al., 2013).

 

 

Quiet Eye e Ansia 

É ormai appurato il ruolo dell’ansia sul deterioramento della concentrazione e sul peggioramento del risultato sportivo (Janelle 2002; Wilson 2018). 

Un corpo di ricerche identifica il QE come un indicatore sensibile del controllo dell’attenzione e dello stato di ansia dell’atleta (Behan & Wilson, 2008; Causer et al., 2011; Vickers & Williams, 2007; Wilson et al., 2009).

Un legame significativo emerge da questi studi: in condizioni di elevato stress, gli atleti presentano un QE ridotto e una performance sportiva scadente. Questo dato suggerisce che il QE possa essere un importante elemento per valutare le condizioni psico-attitudinali dello sportivo durante una competizione.

Ancora più interessante è la scoperta di Vickers (Vickers et al., 2007): allenare il QE negli atleti può ridurre gli effetti avversi dell’ansia in gara.

 

Possiamo allenare il Quiet Eye?

Assolutamente sì!

I Pionieri furono Harle e Vickers (2001) che hanno aperto la strada a un nuovo paradigma nell’allenamento sportivo, introducendo per primi un protocollo di video-feedback in laboratorio per il potenziamento del QE nei giocatori professionisti di pallacanestro.

Studi successivi hanno consolidato l’importanza del QE anche nel golf.

La ricerca di Vine (2011) ha evidenziato risultati notevoli del programma di potenziamento del QE, in golfisti con handicap inferiore a 3. I dati evidenziano un miglioramento significativo della performance, con una riduzione di ben 2 putt a giro, sia in ambiente di laboratorio che durante la competizione sul campo. 

Cosa ne dici, vuoi provare anche tu questo allenamento? 

 

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