Fai pace con il golf e con te stesso. La gratitudine, pratica diffusa anche tra i giovani, spesso con i supporto di diari e app che ne stimolino l’applicazione quotidiana, è certamente un grande aiuto verso la consapevolezza.
A volte infatti si rischia di dare per scontate tante cose, materiali e non, che si è abituati ad avere, senza rendersi conto che non è così per tutti, che un giorno le cose potrebbero cambiare, e magari ciò che oggi sembra banale e a cui non diamo alcuna importanza, un giorno ne potrebbe avere moltissima.
Questa mancanza di consapevolezza può portarti, a volte, a reagire in modo eccessivo ad eventi negativi che, a ben vedere, non sono nulla di così grave.
Sfido qualunque golfista, anche alle prime armi, a non essersi mai arrabbiato in campo per un colpo sbagliato, insultandosi ad oltranza, anche solo nella propria testa, buca dopo buca.
Poi se ci pensi, è solamente un colpo sbagliato!
Ma in quel momento ha un significato enorme. E puoi addirittura arrivare a comportamenti eccessivi, dal rompere un bastone a prendertela con il tuo caddy (sopratutto se si tratta di mamma o papà…).
Capita. A volte capita.
Per questo è necessario aggiungere alla gratitudine la capacità di praticare l’auto-compassione.
Uno studio effettuato da Serena Chen, professoressa di psicologia, Marian E. e Daniel E. Koshland Jr. Distinguished Chair for Innovative Teaching and Research presso l’Università della California, Berkeley, ha dimostrato come coloro che riescono a praticare l’auto-compassione sviluppano una mentalità di crescita, aumentando la determinazione a migliorarsi nelle occasioni future, rispetto ai soggetti che a cui è stato chiesto di reagire utilizzando l’autostima, e che hanno quindi evidenziato le proprie qualità.
“La maggior parte delle persone vuole migliorare, e l’auto-compassione è fondamentale per questo. Tendiamo ad associare la crescita personale alla determinazione, alla persistenza e al duro lavoro, ma il processo spesso inizia con la riflessione. Uno dei requisiti chiave per l’auto-miglioramento è avere una valutazione realistica di dove ci troviamo, dei nostri punti di forza e dei nostri limiti. Convincerci di essere migliori di quanto non siamo porta all’autocompiacimento, e pensare di essere peggio di quello che siamo porta alla sconfitta. Quando le persone si trattano con compassione, sono in grado di arrivare meglio ad autovalutazioni realistiche, che è la base per il miglioramento. Sono anche più motivati a lavorare sulle loro debolezze piuttosto che pensare “Che senso ha?” e ad evocare la grinta necessaria per migliorare le abilità e cambiare le cattive abitudini” (da “Concediti una pausa: il potere dell’auto-compassione” di Serena Chen).
Avere una mentalità di crescita è fondamentale per potersi migliorare (ti lascio il link al mio articolo su mentalità fissa e di crescita).
Studi scientifici dimostrano che uno dei segnali che evidenzia la presenza di una mentalità di crescita in una persona è la sua volontà di continuare a cercare di fare meglio, anche dopo aver ricevuto un feedback negativo.
Effettivamente, se hai una mentalità fissa, sarai convinto che le tue capacità siano fisse, e quindi non avrà alcun senso fare uno sforzo per migliorarsi.
Ma se vedi le abilità come mutevoli, ottenere un feedback negativo non dovrebbe dissuaderti nel cercare di migliorare.
Migliorare o apprendere l’abilità all’auto-compassione non è particolarmente complicato.
Puoi iniziare scrivendo una lettera a te stesso in terza persona, come se fossi un amico o una persona cara. E’ spesso più semplice essere buoni amici di altre persone che di se stessi.
In order to help people, you have to first learn how to help yourself – Tiger Woods