Ryder Cup, fattore campo e potenza sono le atout americane

Dunque tutto è pronto sul lago Wisconsin, negli Stati Uniti, per la cerimonia di apertura di giovedì dell’attesissima Ryder Cup.

Quest’anno non si tratta solamente del 43simo scontro golfistico tra Stati Uniti ed Europa, ma anche e soprattutto dello scontro tra due diverse filosofie di guerriglia dei capitani, Steve Stricker per gli americani e Padraig Harrington per il Vecchio Continente.

Padraig Harrington

Se il primo, forte della possibilità di preparare il mostruoso percorso di Whistling Straits come più gli aggrada, ha optato per i giovani e potentissimi campioni della nuova guardia, il secondo, invece, si è appoggiato all’esperienza dei giocatori già rodati.

Infatti, se per bombardare di birdie di campo, dalla sponda a stelle e strisce si è scelto di affidarsi soprattutto alla lunghezza devastante dal tee e alla freschezza anagrafica della squadra, dal lato europeo si è guardato più all’esperienza e alla capacità dei giocatori di centrare i fairway.

Non è dunque un caso se quando Stricker ha presentato le sue sei picks, ha sottolineato come la capacità di queste di generare yard su yard dal tee sia stata una discriminante fondamentale: per cui, tra i tanti nomi in ballo, dentro Scottie Scheffler, fuori Kevin Na.

Cosa significa tutto questo? Semplice:

attendiamoci un Whistling Straits con il rough alto laddove atterreranno i tee shot europei, ma meno punitivo qualche yard più avanti, laddove cascheranno i meteoriti americani.

Shane Lowry, rookie europeo

E ancora: statistiche alla mano, Stricker ha notato come dal 2012 i rookie fossero stati in grado di portare al team 0.62 punti a match, contro gli 0.43 dei giocatori con esperienza Ryder. Fatti due conti, ha optato per avere cinque esordienti su 12 nella squadra, contro i soli tre europei (Hovland, Lawrie e Wiesberger).

Non è dunque strano se questo è il team USA con meno esperienza in termini di Ryder Cup dal 1997, mentre, al contrario, sulla sponda europea abbiamo lo squadrone più “stagionato” dal 1995.

Non ne siete convinti? Eccovi servito allora il numero definitivo: i punti totali conquistati da Garcia nella coppa sono 25,5, tanti quanti l’intero team americano.

Ma forse la statistica peggiore per noi del Vecchio Continente è ancora un’altra ed è quella che ci racconta che nelle ultime sei edizioni di Ryder Cup, la squadra con meno esperienza ha vinto ben cinque volte.

Il tutto, sommato al world ranking medio americano che è decisamente migliore di quello europeo (8,9 contro 30,8), sembrerebbe lasciare poche speranze a Padraig Harrington… sempre che sul lago Michigan non si alzi il vento. E allora potrebbe essere tutta un’altra storia.

 

 


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