L’Edga President Cup è una delle più importanti competizioni golfistiche per disabili d’Europa. È stata istituita dal Presidente EDGA Tony Bennett, allo scopo di celebrare la memoria del suo predecessore Roberto Caja, che tanto ha fatto in Italia ed in Europa per lo sviluppo e la diffusione del golf tra i disabili.
Si tratta del Campionato Europeo EDGA, allo scopo di coinvolgere (e divertire) la gran parte dei golfisti disabili, che hanno handicap di gioco di categoria superiore alla 1° e differenti disabilità fisiche, più o meno gravi.
L’evento si è svolto per la prima volta al Royal Park I Roveri, circolo che ha già ospitato le ultime tre edizioni dell’Open d’Italia Disabili, e che continua a dimostrare il grande impegno a favore dell’inclusione. Ricordo che è anche il primo circolo in Italia ad avere una squadra agonistica paralimpica (composta da Gregorio Guglielminetti e dalla sottoscritta) ed una squadra agonistica ‘special olympics’ seguite da Camilla Mortigliengo dell’Edoardo Molinari Golf Academy.
Per la President Cup il Royal Park è stato affiancato da 7Layers, società di cyber security, condividendone i valori di inclusione e condivisione, ma soprattutto valorizzando tutto il nostro impegno di golfiste e golfisti con disabilità.
La Vice Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Tiziana Nasi ed il Direttore Tecnico Squadre Nazionali FIG Matteo Del Podio sono stati presenti nei due giorni di gara.
La competizione si è svolta il 10 e 11 settembre sul percorso Allianz Bank by Hurzan-Fry, che già ha ospitato l’Open d’Italia 2021, 2022 e 2023, con 51 partecipanti di cui 9 donne (questo dato mi rende particolarmente felice). Undici le nazioni rappresentate: Svizzera, Lettonia, Olanda, Repubblica Ceca, Francia, Irlanda, Belgio, Galles, Inghilterra, Germania, oltre l’Italia con diciotto azzurri. Formula di gioco: medal netto.
Ma veniamo ai vincitori. I titoli in palio erano tre:
– Men
– Women
– Wheelchair
La categoria Men è stata vinta dallo svizzero Patrick Rosenast (67, 65, -12), al secondo posto Roberto Granatiero (68, 68, -8), seguito da José Bagnarelli (67, 69, -12).
La categoria Women è stata vinta da Luisa Ceola (76, 63, -5) prima azzurra a vincere il titolo (eh, avevo visto giusto…), al secondo posto l’olandese Tineke Loogman (75, 69, par), al terzo posto l’azzurra Alla Tanfoglio (80, 65, +1) che da poco è entrata a far parte del mondo del golf e sono sicura sentiremo ancora parlare di lei.
La categoria Wheelchair è stata vinta dal ceco Milan Turek (70, 78, +4), al secondo posto il belga Graham Freeman (71, 78, +5), al terzo la francese Melody Roccaz (76, 78, +10), bravissima a mantenere la concentrazione nonostante un problema alla batteria del suo paragolfer.
Per vedere tutti i risultati cliccare qui.
Durante le giornate di gara, sempre al Royal Park, si è svolto l’Annual General Meeting, ovvero l’incontro annuale di tutte le federazioni di golf europee presieduto da Tony Bennett per l’aggiornamento sulle attività ed iniziative Edga in corso e programmate per il futuro.
Pur non arrivando a premio, il mio compagno di squadra Gregorio Guglielminetti ha chiuso con un buon punteggio, e questo mi rende molto felice. Bravo Greg!
Bella gara anche da parte di Jacopo Luce, che sta acquisendo un gioco sempre più solido.
La mia gara invece non è stata bella. Nonostante i miei allenamenti, dopo una prima parte dell’anno in cui ho giocato bene, raggiungendo anche importanti risultati, non ho più quel ‘killer instinct’ che avevo fino ad un paio di mesi fa. Il golf è così, e voi lo sapete bene, occorre pazienza, costanza e determinazione.
Ogni gara – comunque – mi lascia sempre qualcosa.
Ecco cosa ricorderò di questa President Cup 2023.
Le chiacchierate e le risate allo stesso tavolo con Martine (inglese con la passione per la lingua italiana), Tom (irlandese), Joakim (altoatesino di lingua tedesca) e Mourad (francese di origine algerina): si parlava una lingua franca, un inglese che mischiava termini francesi, tedeschi e anche gaelico (sì perché in Irlanda quando si brinda si dice ‘Slàinte!’). Avete presente quel personaggio de ‘Il nome della Rosa’ che parlava quella lingua strana, un misto di latino e altre lingue volgari?
Ecco, uguale.
È per questo che, nonostante tutto, sono ancora qui.