Pietro Cosenza e Francesco Laporta: 18 anni insieme!

Siamo in una giornata qualsiasi del 2003 quando Pietro Cosenza, maestro del San Domenico Golf, si vede arrivare a lezione un ragazzino di 13 anni di nome Francesco accompagnato dal padre.

Nonostante per Francesco fosse la seconda lezione, la cosa che è saltata subito agli occhi di Pietro è stata la sua impugnatura da mancino pur giocando da destro. 

Una volta impostato il grip convenzionale, dopo qualche colpo, il padre di Francesco esclama: “Pietro, farai diventare mio figlio un professionista?”

Una dichiarazione un po’ “sconsiderata” ma che in fondo conteneva la verità. 

Da quel giorno sino ad oggi, ovvero 18 anni dopo, Pietro e Francesco sono letteralmente cresciuti insieme, fino ad arrivare sull’European Tour dove stanno raggiungendo traguardi sempre più importanti. 

Pietro, che è sempre stato un grande approcciatore, fin dai primi anni ha insegnato a Francesco tutti i suoi segreti intorno al green, rendendolo un “mostro” con il sand in mano. 

Infatti non ho ricordi di aver mai vinto una sfida di approcci contro Lapo !

D’altronde quando si è bambini, l’unica difesa contro il campo vista la distanza ridotta è il gioco corto, quindi Francesco passava le ore nell’area approcci del San Domenico Golf.

In Puglia il golf non è molto diffuso, soprattutto tra i giovani quindi Francesco si è spesso trovato ad allenarsi da solo.

Passava le sue giornate al golf ed in poco tempo è diventato “l’enfant prodige” del circolo ricevendo un supporto speciale. 

Tutti gli vogliono bene!

Il San Domenico Golf è un campo in stile links: pochi alberi, green mossi e tanto vento.

Sicuramente queste condizioni hanno aiutato Francesco a sviluppare una “fantasia” di gioco che negli anni gli è tornata molto utile, soprattutto da dilettante per arrivare velocemente in nazionale.

Io sono entrato in Nazionale nel 2012 e “Lapo” era al suo ultimo anno da amateur.

Mi ricordo che sono rimasto molto colpito la prima volta dal suo movimento poco convenzionale. 

Inizialmente non mi piaceva molto, ma con il passare del tempo mi sono reso conto della sua funzionalità.

Pietro è stato molto bravo in questo, perché negli anni ha apportato modifiche al suo swing senza stravolgerlo.

Ha sempre lavorato su due o tre concetti tecnici molto semplici in modo da mantenere la sua “istintività” ma al contempo migliorarlo come giocatore.

Il passaggio al professionismo di Francesco è stato  “unconventional” perché si è trasferito in Sudafrica per giocare sul Sunshine Tour, dove ha giocato fino al 2015. 

Vista la distanza da casa, ha iniziato a collaborare con un coach Sudafricano di nome Gavan Levenson mantenendo sempre aggiornato Pietro.

Grazie a questa trasparenza al suo rientro in Italia ha sempre potuto lavorare sullo stesso concetto tecnico con continuità.

Questa apertura mentale da parte di Pietro gioca da sempre un ruolo chiave nella loro relazione ed ha permesso ad entrambi di crescere insieme.

Tutt’oggi si avvalgono dei consigli tecnici di Massimo Scarpa e visti i risultati ottenuti nelle ultime stagioni hanno sicuramente trovato un grande equilibrio.

La carriera di Francesco è svoltata nell’inverno 2018-2019 dove hanno lavorato a 360 gradi. 

Pietro sostiene che il “cambio di passo”, insieme a delle certezze tecniche,  sia arrivato  grazie al lavoro sulla sua mentalità: meno scatti di nervosismo e maggiore attenzione a colpo dopo colpo.

Poco prima dell’inizio della stagione invece un’altra decisione importante è stata quella di passare ad un putter più lungo che lo ha aiutato a migliorare notevolmente le sue performance sui green.

Tutti quei mattoncini “extra” uniti a tanta determinazione ed ambizione negli occhi, hanno portato il giocatore pugliese sul tetto del Challenge Tour guadagnandosi un biglietto di sola andata per l’European Tour.

Il 2020, nonostante sia stato anno di covid, è stato molto utile a Laporta per ambientarsi al circuito maggiore permettendogli di partire “lanciato” per la stagione 2021.

A febbraio 2021, Francesco è andato a Dubai ad allenarsi e si è fatto raggiungere da Pietro. 

Nello stesso periodo anche io mi trovavo lì ed un giorno ci siamo allenati insieme. 

Mentre ero in pausa dalla pratica ho “sbirciato” un pezzo di lezione e mi è molto piaciuto il loro modo di comunicare: concetti molto chiari, semplici, tanto confronto ed ogni tanto qualche risata.

Il 2021 per Francesco e per Pietro si sta rivelando un anno incredibile. 

L’obiettivo di mantenere la carta è stato ampiamente raggiunto e grazie ai due ultimi grandi piazzamenti all’Open d’Italia ed al  PGA Championship, l’asticella è stata messa nei primi 60 dell’ordine di merito e perché no, una bella vittoria! 

Il legame tra Lapo e Pietrino è talmente speciale che va oltre il lato professionale. 

Negli anni Pietro è stato in grado di accompagnare Francesco da un successo all’altro, ma soprattutto di sostenerlo tra una caduta e l’altra. 

Si è pure preso una palla in testa a Wentworth per lui!

Questo significa essere un grande maestro: plasmare un giocatore fin da bambino e portarlo al successo.

Ed è solo l’inizio. Davanti vi aspettano grandi successi insieme!

 


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