Un tempo ad Augusta il percorso si giocava al contrario

Iniziando questa rubrica sull’architettura dei campi da golf nella settimana del Masters, come potrei non parlarvi del campo da golf più famoso al mondo?

Quando nel 1934 si giocò il primo Augusta Masters Invitational, il campo era molto diverso da quello che abbiamo imparato a conoscere in tv. 

L’Augusta National negli anni è stato modificato probabilmente più di qualsiasi altro campo; il club più famoso al mondo ogni anno spende milioni per costruire e modificare tee, fairway, green e bunker.

La modifica più radicale è stata fatta tra il primo ed il secondo Master. Dopo aver osservato le varie dinamiche del torneo, Allister MacKenzie e Bobby Jones, rispettivamente architetto e fondatore di Augusta, hanno deciso di invertire le prime e le seconde nove buche. Il famoso green della 18 infatti, dove è stata scritta così tante volte la storia del golf, era il green della 9 durante il primo Masters.

L’intuizione di invertire il giro si è resa particolarmente vincente: le seconde nove di Augusta sono infatti il teatro perfetto per la fine di un torneo. L’alternanza di buche difficili ma con qualche possibilità di birdie, e di buche facili ma insidiose, fanno in modo che ogni anno il torneo si decida in modo spettacolare nelle ultime nove buche, regalando mille sorprese e cambi di scena.

Altre modifiche importanti

Una delle altre grandi modifiche effettuate al percorso originale, e probabilmente una delle idee più geniali di Robert Trent Jones Sr., è stata quella di ruotare di quasi novanta gradi la buca 16. Il famoso par 3 infatti veniva originariamente giocato nella stessa direzione della 15, e il green era posizionato al di là di un ruscello, in maniera molto simile a quanto accade oggi alla 12.

Trent Jones Sr. invece gira la buca di 90º verso destra, trasforma il ruscello in un laghetto e lo porta a sinistra del nuovo green, completando la celebre sequenza finale del Masters.

Anche per l’edizione 2023, l’Augusta National Golf Club ha apportato alcune modifiche al percorso. Tra queste spiccano le modifiche al green della 7, e l’arretramento di 30 metri del tee della 13. Il par 5 sarà lungo in totale 500 metri, e tornerà finalmente a testare il secondo colpo dei migliori giocatori al mondo con un ferro lungo o addirittura un legno. Sicuramente vedremo più lay up e più palle finire nel ruscello vicino al Byron Nelson Bridge, garantendo un finale ancora più spettacolare.


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