Chad Pfeifer: il veterano dell’Iraq vincitore al Sentry Tournament

Il primo amore sportivo di Chad Pfeifer (n. 6 del ranking mondiale WR4GD strokeplay lordo) è stato il baseball, proprio come Manuel De Los Santos. È cresciuto nella città agricola di Caldwell in Idaho, USA, dove l’intera comunità ha sempre seguito con passione la squadra locale di baseball, e Chad si mise presto in luce per la sua grande coordinazione occhio-mano. Chad all’età di 18 anni era stato notato dai selezionatori della lega universitaria, così si iscrisse al corso di laurea in medicina sportiva presso la Northwest Nazarene University in Idaho.

Poi accadde qualcosa che diede una svolta alla vita di Chad, e non solo. Era l’11 settembre del 2001.

Chad racconta: “Sono cresciuto in una famiglia con una lunga storia militare. Mio padre, entrambi i miei nonni, le mie zie, zii e cugini hanno prestato servizio in qualche ramo dell’esercito, ma in realtà non avevo mai preso in considerazione di intraprendere questa strada. Poi c’è stato l’11 settembre 2001. Penso che abbia colpito tutti in tutto il mondo. Come americano mi ha colpito ancora di più. Volevo fare qualcosa per restituire qualcosa al mio Paese. ”

Il padre di Chad, che prestava servizio nell’Aeronautica, cercò di dissuaderlo, incoraggiandolo a terminare gli studi e a continuare la carriera di giocatore di baseball, ma l’attacco terroristico aveva lasciato un segno troppo profondo. Così nel 2005 Chad, terminati gli studi, si arruolò e nel 2006, partì per combattere in Iraq. Aveva 25 anni.

Era l’aprile del 2007 quando, durante un’operazione di ricognizione, il mezzo militare condotto da Chad (era il primo di una colonna formata da cinque mezzi) con altri quattro commilitoni a bordo, viene colpito da un IED (ordigno esplosivo improvvisato).

“Sono stato incosciente per un minuto o forse anche meno. Ricordo di essermi svegliato e i ragazzi nella parte posteriore del camion mi chiedevano se era tutto ok. Ricordo solo la sensazione di formicolio alle gambe. Non avevo dolore. Ricordo di aver detto che non riuscivo a sentire i miei piedi.

“Fummo subito soccorsi dai altri compagni della colonna. Si avvicinarono alla portiera lato conducente, la aprirono. C’era medico tra loro… Ricordo di averlo sentito dire alla radio:  La sua gamba sinistra non c’è più”.

Morfina e altri farmaci per il dolore, Chad Pfeifer fu prima portato nella ‘Zona Verde’ a Baghdad, poi trasportato a Landstuhl, in Germania, da qui in un ospedale militare a Washington DC, prima di raggiungere il Brooke Army Medical Center (BAMC), dove, dopo aver completato il necessario lavoro chirurgico sulla gamba, avrebbe iniziato la sua riabilitazione.

Dopo un evento traumatico di questo genere, le domande che ci si pone sono sempre quelle: come sarà ora la mia vita? Riuscirò a fare quello che facevo prima?

“Fin dal primo minuto in cui sono arrivato al BAMC, mai nessuno mi ha detto che non avrei più camminato, o qualcosa del genere, era tutto positivo. Vedere i progressi raggiunti dagli altri ragazzi amputati come me e anche più di me, è stato molto edificante ed incoraggiante. Ho capito presto che il chiedermi come sarebbe diventata la mia vita, come sarei riuscito a fare questo o quello, era sbagliato. La domanda giusta da pormi era quando sarei riuscito a fare questo o quello. Questa domanda rappresenta ancora il carburante per poter affrontare nuove sfide”.

Presso il BAMC Chad, spinto da un veterano con ambedue le gambe amputate, prova a giocare a golf. Inizialmente riluttante (‘Ho sempre considerato il golf uno sport per vecchi’), gli basta aver colpito, tra le tante, un paio di palline, di quelle fatte bene (noi golfisti conosciamo bene il piacere che si prova) per innamorarsene.

“È stato enorme per me perché ci sono state molte volte in cui ero molto depresso. Torni a quel pensiero negativo e non sei sicuro di cosa succederà domani. Ho pensato al suicidio e ho passato giorni davvero difficili in cui non avevo voglia di fare nulla, e come molti altri veterani cercavo rifugio nell’alcol. Quindi, terapeuticamente e mentalmente, il golf è fantastico perché mi ha tolto dalla mente tutta quella roba. Sei solo là fuori a colpire le palline, il resto non conta.”

Il golf diventa presto centrale nella vita di Chad. Tornato in Idaho, stringe un accordo con il proprietario del Falcon Crest Golf Club (che ha perso un figlio in Iraq): si occupa del lavaggio dei carrelli  in cambio dell’accesso gratuito alle strutture di pratica. Successivamente frequenta la Golf Academy of America, dove diventò giocatore professionista.

Chad ha vinto quattro titoli del campionato della National Amputee Golf Association (NAGA), associazione attiva negli Stati Uniti, con la quale collabora attivamente per incoraggiare e diffondere il golf tra gli amputati.

Chad Pfeifer ha vinto l’edizione 2021 dell’US Disabled Open, guadagnando il pass per giocare l’ISPS HANDA All Abilities Champions Playoff che l’ha visto trionfare davanti al Campione Europeo Juan Postigo, al vincitore dell’ISPS HANDA World Invitational Brendan Lawlor e al vincitore ISPS HANDA Australian All Abilities Championship Johan Kammerstad.

Voglio chiudere con queste belle parole di Chad Pfeifer:

“Le capacità di resistenza delle persone e il superamento degli ostacoli sono infinite. È davvero incredibile ciò che il corpo umano può fare e ciò di cui la mente umana è capace. Che si tratti di pesca, caccia, non importa. Se trovi una passione nella vita, perseguila. Consiglio vivamente il golf  perché puoi godertelo sempre. Dai 2 ai 102 anni, puoi sempre divertirti giocando a golf. Quindi guarda sempre avanti, spingiti al limite, stabilisci quegli obiettivi, fai sogni. È bello ciò che le persone possono fare, specialmente quando si fissano degli obiettivi; è incredibile quello che puoi realizzare. “


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